domenica 29 dicembre 2013

Amarsi

Nel cuore
un mal d'amore 
pensavo fosse solo mio
ma è nato 
altrove
lontano da me...
mi confonde 
è oscuro 
e ancora mi nutre...
l'amore.

venerdì 27 dicembre 2013

Amare



Ti lascerò scegliere
il tuo silenzio.
Quello  che meno
ti fa male 
e lo porterò via con me

giovedì 19 dicembre 2013

Grilli d'inverno

                 foto privata Imma Tessitore

Vecchi fogli,
tenere emozioni,
stranamente intatte,
mi riportano da te.

Ti ho cercata,
tra i grilli d’inverno
e ti ho trovata.

Ho riconosciuto le stanze,
i profumi,
le ombre, le luci
e la musica,
e c’è ancora la mia.


Ho sentito la tua voce,
ho sfogliato il mio libro,
chissà se te ne accorgerai.

mercoledì 18 dicembre 2013

Il libro dell'amore

                                 Foto Michele Fernandez

Raccolgo i fogli
i miei fogli
hanno segni
di suole e orecchie
e muti silenzi
impronte
di mani 
sorprese lacrime 
e sorrisi
e volti.

Alcuni li srotolo
e sono sporchi di unto
di umano malessere
gettati nel buio
in pozzanghere di fango
nulla io lascio
ognuno e me.

Uno sull'altro
li ricompongo
e con le dita ne accarezzo
i bordi.

Sogni
e notti meravigliose

ho volato nel cielo
più in alto

tra le foglie 
io la più estrema

le mie parole
le hanno baciate
la stella del giorno
e quella della notte.

Dio che estate.

Ho donato
tutto me stesso
ogni mio pensiero
ogni mia emozione
libero
come un bambino
assai uomo
ho speso l'amore.

Ora è l'autunno
e i miei occhi
sono aperti
e non hanno contorni
sono l'universo
e non ho freddo
e non ho caldo
mi guardo sorridere
sotto la pioggia
che mi bagna il viso
e la luce in me si riflette
mai fui così nudo.

Stupido vento
ancora ci provi
io non ho corpo
eppure ti ho accarezzato.

Ecco
il libro è completo
scritto  
letto e riletto
ognuno
lo ha posseduto
ora torna al suo posto
intoccabile

lentamente si dissolve
nel cassetto
dell'anima.

Stazione senza fermata

                   Foto di Michele Fernandez

Viaggiatori 
con gli sguardi dentro
comete che si sfiorano 
con code opposte
nulla del dentro 
non viene protetto
nulla viene rivelato
se non uno sguardo 
che all'improvviso 
tenero incredulo 
segue nel cuore
in anima diviso. 
Prezioso, 
incide 
non nei ricordi 
ma nelle ragioni dell'essere
ecco tra le mie mani 
quel che ho raccolto
è tutto quel che ho 
è il poco che rimane
è quello che un tempo
bastava
ora con dolore
ora … mi dici non più.
Prezioso tra le mie mani
quello che io ho raccolto
non ho altro
mentre ancora viaggio
con gli occhi dentro.

martedì 17 dicembre 2013

Tu



Non voglio 
dimenticare nulla di te
non sarà la stanchezza
a togliermi la vita.

Non voglio 
dimenticare nulla di te
riesco ancora a vederti sorridere
e ancora posso accarezzarti 
o sentire il salato delle tue lacrime.

Non voglio 
dimenticare nulla di te
ovunque tu sia
stella del mattino.

Non farmi male 
amore mio.

Ho imparato a viaggiare 
col vento
con la brina
con il sonno della sera

in un ombra dei tuoi ricordi
e a toccare i capelli 
a sfiorarti il viso
e amare i tuoi occhi
fino ad appoggiarmi a te
e a lasciarmi abbracciare.

Non voglio 
dimenticare nulla di te
amore mio
perché io non sono nulla

senza te.

      foto Monica Vecchio

sabato 7 dicembre 2013

Destini

  Foto  M. Fernandez


Buona fortuna...
ma gli occhi 
tienili giù.

Tra le sue braccia 
non aver paura, 
fai pure la carina.

Le parole...non lanciarle a terra, 
quel muro io lo conosco 
stai muta per un poco.

Quello che ho 
mi basterà 
e le cose tue 
me le tengo 
ma solo il tempo
per odiarle un po'.

E questo cielo 
è mio 
e me lo porto via. 

L'amore dell'anima

  Foto M.Fernandez

E quando andrò via,
non ci sarò più 
ad attendere la pioggia
e gli uccelli del mattino,
a far finta di contar le stelle con le dita.
E tra le cime spoglie di
questi alberi bramosi di vita,
la notte non mi sarà più amica
e poi l’alba…
e il mio amico pettirosso
che al mattino 
suona le sue note 
tra le foglie cadute
e il vento
non potrà più raccontarmi 
le sue storie.
E la gazza... 
se nessuno più la manderà via
ucciderà i suoni non ancora nati.
E a te corpo
mio compagno di viaggio
avrò il coraggio di dirti 
che ti ho perduto?

venerdì 6 dicembre 2013

Sempre per sempre

 Foto M.Fernandez

I know it
there are some acts
that repeat themselves...
even when you know
that they have no sense anymore.
I left my shirt
between your things
so that had a little bit more
of your essence.


Ever for ever - 


Io lo so
ci sono gesti
che si ripetono... 
anche quando sai 
che non hanno più un senso. 
Ho messo la mia camicia 
tra le tue cose 
così profuma  
ancora un po' di te. 

giovedì 5 dicembre 2013

Tempesta


  Foto di Michele Fernandez

Ci sono momenti in cui tutto è poco. 
Non ho rime, perché le parole mi mancano.
Non ho la gioia, perché non è abbastanza.
Non ho forza , perché non ne trovo il senso.
Non ho il tempo, perché è sospeso.
Non ho l’amore perché non sto vivendo.
Non ho ombra, perché mi manca la luce.
La rabbia e l’inquietudine,
straziano la mia mente, e la solitudine accompagna la follia.
E' una tempesta, attendo che passi, 
muto mi acchiocciolo, e al ritorno del tempo, accarezzo quello che rimane. 

domenica 1 dicembre 2013

Se tu...


                      foto google


Se tu sapessi
quanto sto male
non avresti più voce.
Non ho il cuore
non l'ho più
sono solo i ricordi
anch'io lo sono
e vivo nel vento.

sabato 30 novembre 2013

Non cambiano le cose, tutto resta...si spengono le luci.


                 foto privata gentile concessione di Renata Procaccino 

Non una sola parola,
delle nostre,
ho forza di pronunciare.

Il tuo respiro,
qui ,
intorno a me. 

Nemmeno di lei,
che va via all'alba,
io scrivo.

Cerco
lo spazio minore,
in un letto già piccolo.

Ed ascolto 
la tua voce,
che non parla
di me.

non s'incrociano 
gli sguardi,
in una tristezza
insostenibile.

Si muore così,
non cambiano le cose,
si spengono le luci.

Briciole d'amore

  Foto privata gentile concessione di Renata Procaccino


Resta 
ancora un poco
è ancora caldo qui
non pensare
non cancellare nulla
lascia che ti senta 
ancora mia

Non andare via...
non andare via 
in altri pensieri
in altre teorie
lascia che ti sfiori
che ti stringa...forte 
lascia che io baci ancora
la tua fronte
i tuoi  occhi 
il naso 
le labbra
le tue braccia
i tuoi fianchi
la tua pelle
il cuore... i sensi
resta ancora un po' 
ti prego
resta ancora qui
con me.

Anedonia - sul confine



           foto google

Nemica dell'amore 
chiedi senza volere
ed io trasparente 
come il vuoto
fino a farmi male
non respiro
piango il silenzio.
E' stretta nello stomaco
e occhi di fuoco
il cuore dolorante
che sembra scoppiare
voglia di correre
contro la lama
con il viso contro il muro
senza più guardare.
E' il buio 
del deserto 
onde di pensieri
senza passione
fiume di malinconia
mostruose parole
vinta consapevolezza
figlia del tempo
che muore.

giovedì 28 novembre 2013

E io la vidi andar via

 Foto di Cristina Fernandez

Tornerai con la pioggia...
mi troverai addormentato.

Cosa penserai di me... 
ti aspetterò per strada 
sulla solita panchina

verrai... 
e ti avrò sul viso
e mi desterò 
col tuo sapore

verrai...
lo so... verrai
ma per il solo tempo
di vederti
andare via.

E se domani non venisse

Foto di Michele Fernandez

E’ quando 
sto bene con te
proprio quando 
ci sei 
quando mi abbracci 
quando ti sento mia
e ti stringo in una mano 
non so cosa mi accade...
in un solo attimo 
ho paura di perderti
se finisse
il tempo
ti lascio il mio amore
te lo lascio nelle parole
ti amo oltre...
ti amo oltre la vita.

Fabbricante di sogni

 Foto di Michele Fernandez


Mi dici sognatore 
ma io non so... 
se poi lo sono.
Quello che io cerco 
non sono solo sogni.
Quello che io trovo... 
sono cose vere.
Ti chiederai 
come l'ho scoperto....
li ho donati tutti 
i sogni ed è altro 
quello che rimane.

Vortice, perché d'amore io scrivo

 Foto di Isabella Eugenia Monti.

Incontrarsi nella notte 
scoprirsi nell'amore 
non ti bacerò 
non mi bacerai 
convinti decisi 
viso contro viso
labbra che si sfiorano 
occhi negli occhi
ragioni contro ragioni
ferite su ferite
prigionieri
baciarsi contro
intensamente
sensi incandescenti
stringimi forte 
più forte 
per essere vivi
no non ti bacerò
non mi bacerai 
e se non so baciare
abbracciami 
ancora abbracciami 
toccami
baciami
sentimi
distanze sublimi 
follie senza respiro 
questo è l’amore.

mercoledì 20 novembre 2013

Il buio della luce


      Foto privata m.fernandez


Disegno scarabocchi
sull'anima
linee confuse
che cadono senza dolore

Gli occhi 
li lascio nel vuoto
con la mente già altrove
e lontana da me.


Tu non sai
ma ho smesso
di parlarti
anche quando non ci sei.


Tu non sai
i confini che ho toccato
e non eri insieme a me.

Tu non sai
del buio
della luce

Occhi chiusi - Closed eyes


   Foto google disponibile rimozione su richiesta

A Mary Madda per la sua storia, come promesso.



Closed eyes


In love
eyes are closed
the blessing is so great
that we don't care
enough

We close
the eyes
for being red
and with the hearth in the throath
everyone offer himself
to the other's love.

It can not end
love...
with closed eyes

In amore 
si chiudono gli occhi 
è così tanto il dono 
che non ci si ritiene
abbastanza. 

Si chiudono 
gli occhi 
per lasciarsi leggere
e con il cuore in gola
ognuno si offre 
all'amore dell'altro.

Non può finire
l'amore...
con gli occhi chiusi.

venerdì 15 novembre 2013

I miei versi.

                     foto privata M.Fernandez
Continuerò a darti amore
fin quando ne avrò
ti darò le parole più belle
le più giovani
quelle dove il sangue è più vivo
le pronuncerò ancorandole al cuore 
le vestirò di me una per una
e in tutte scriverò il tuo nome
e quando toccheranno la tua anima
strapperò il mio cuore e lo lascerò andare 
assieme a loro...alle parole...
appena sussurrate.

Quando non ci sei

  Foto copyright Isabella Eugenia Monti

E’ quando 
non ci sei
che divento 
un albero senza radici...
senza cielo
un navigante senza meta...
senza mare
mi chiedo se
le mie certezze
le hai portate via
o bruciate 
in una manciata 
di pezzettini di carta
di una poesia nascosta .

martedì 12 novembre 2013

Quei momenti senza

                        foto privata m.fernandez


Non vivo, a volte, nei  momenti senza.
Quando i confini sono più marcati,
 e le differenze, nette.

Gli spazi si restringono 
e le mura  opprimono.
Tutto ciò che è naturale, 
improvvisamente non lo è più.

Non ho nulla intorno a me
e in realtà nulla è cambiato.

Le promesse  dell’amore 
non mantenute, 
il tempo non condiviso
i progetti irrealizzati, 
mostrano assieme le loro ragioni.

Se io fossi bambino 
non giocherei più,
se fossi ragazzo 
andrei via, 
ma sono un uomo, 
un semplice uomo.

giovedì 7 novembre 2013

Quando sono stanco



             Foto di Cristina Fernandez- Riservata

E' quando sono stanco

in questo mondo di adulti
dove non ci sono mani amiche

dove ognuno sopravvive

è in quel momento che
io ritorno a costruire capanne

con cartoni e sogni

e per un poco 

mi riprendo il bambino.

lunedì 4 novembre 2013

Sale

        Photo privata gentile concessione Monica Vecchio
I ragazzi 
ritornano di notte
scavano la sabbia
e accendono la vita.

I ragazzi 
come nudi guerrieri 
danzano ubriachi 
la  giovinezza.

I ragazzi si fanno l'amore
lei è lì
e il mare la segna

le chiude gli occhi
con una lieve brezza

non resiste al salato
e la bacia con l'onda

perdutamente innamorato.


Appuntamento mancato

                      Photo privata gentile concessione Monica Vecchio


Si danzò 
intorno al fuoco, 
ma la pioggia non ascoltò....
dapprima leggera,
poi forte, 
sempre più forte
così nella notte, 
nessuno si accorse 
ed il sole asciugò.
Di nuovo al mattino, 
il fuoco fu ripreso,
" prima o dopo pioverà" 
disse la donna...
era la più saggia.....

giovedì 31 ottobre 2013

Se non la vita.











Quando il buio è nero
i lampioni delle strade
sono vecchi lumini
accesi lungo viali silenziosi
e privi di vita.

E' il tempo di nessuno
spesso sono sveglio e
mi rifugio nei ricordi
ma a volte è il buio
che mi prende
mi ritrovo coraggioso
a svelare antichi misteri.

La morte, puoi vederla
lei si sorprende
nessuno la riconosce prima
ella ha il suo libro
e non lo scrive 
solo lo legge
stanca poggia le mani sulle ginocchia
e compie il suo rito
senza più emozione 
perché il suo tempo
non è quello dei mortali.

Quando il buio è nero
io mi sento solo
e non ho paura
per essere più forte chiudo gli occhi
e sono gli altri sensi a guidarmi
ho così poco 
se non la vita.

mercoledì 30 ottobre 2013

La Favola - racconto per bambini 9/12 e...

    Il Re, le Volpi, i saggi e le Gabbie d'oro

         Photo di Isabella Eugenia Monti
                                      *
    C'era una volta un re molto, ma molto potente di un Regno bellissimo e ricchissimo. Questo Re, un giorno, riunì tutti i saggi dei cento Regni.. Certo, solo quelli più bravi, e quando questi giunsero, dopo averli fatti rifocillare, li chiamò tutti intorno al Grande Tavolo. I saggi erano tutti ben riconoscibili, avevano una lunga e candida barba, tranne uno, ed al dito medio della mano sinistra, uno splendido anello. Su quest'anello, non un brillante, nemmeno un diamante, ma qualcosa di più semplice ed allo stesso tempo più di valore, una goccia di acqua cristallina. Ebbene, per quanto i saggi agitassero le loro mani, la goccia non cadeva, e quasi magicamente brillava a tal punto, che la luce che vi si rifletteva segnava nell'aria strisce luminose, che incrociandosi con le altre dei vari anelli, davano vita ad una vera e propria battaglia. Poi, all'improvviso tutto si fermò, il Re finalmente era innanzi a loro. Mai era successa una cosa del genere, tanti saggi in un luogo solo, nemmeno quando la piccola principessa Cassandra, primogenita del nostro Re, era scomparsa nel Bosco del Teschio, e si disse fosse stata portata via dai lupi che d'inverno scendevano a valle. Il Re aveva un'espressione molto preoccupata, il suo sguardo era severissimo ed era chiaro che avrebbe posto un quesito molto difficile. Fu così che in un grande e solenne silenzio il Re si sedette, quindi portò le mani al capo, sollevò la corona e l'appoggiò sul lunghissimo tavolo di lucido marmo. Forse per il silenzio, forse per la paura, ma il rumore che provocò fece sembrare che non la corona, ma l'intero Regno fosse stato riposto sul quel tavolo.
Il re incontra i Saggi
* *

  • Saggi dei cento Regni - disse il Re – vi ho convocati tutti perché un grave dilemma ha tolto il sonno alle mie notti, tanto che per questo motivo la mia vita è in pericolo.
  • Siamo qui per esservi utili – esclamò uno dei saggi – grande sovrano non teneteci ancora in questa condizione di attesa, diteci ..dunque..
  • Ebbene – riprese il Re – la scorsa domenica mi sono recato come mi è solito fare, nel Bosco del Teschio, per una battuta di caccia. Ero al punto di strappare la volpe ai miei cani ringhianti, quando una vecchia, brutta come una strega, con voce da bambina ha sussurrato :
favola pag. 02

    “ volpe e Re, volpe e Re, nessuno dei due va per sé. Volpe e Re guai a te se non comprendi me....eh ehe eh eh ehheeeeeeeeee” , la sua risata , segno della sua stregoneria, ha fatto chinare tutte le cime degli alberi. Ancora i tronchi sono “tirati” a nord, terrorizzati, loro che non son fatti di carne e ossa. Spaventato, sì è vero, ero spaventato, e voi conoscete il mio valore di guerriero e sapete bene quanto sia difficile che questo avvenga; no.. non uccisi la volpe. Diedi ordine alle mie guardie di metterla in gabbia e di portarla nel giardino della Reggia, inoltre di darle cibi dalla mia tavola ed acqua di fonte sempre fresca. Eppure da quel giorno, sento di stare male, come se la morte mi prendesse un poco alla volta, giorno dopo giorno. Penso a mio figlio il principe Kalim che presto tornerà dal suo viaggio oltre i confini dei cento Regni, sarò ancora qui? SARO' ANCORA QUI ? - gridò più forte il Re – Ecco il motivo per cui vi ho chiamato, ho bisogno di sapere, e subito, il significato di quelle parole.
  • Comprendo Maestà, la vostra preoccupazione – così, il primo Saggio – il senso di quelle parole potrebbe essere proprio quello...la vita della volpe un' unica cosa con la vita di Sua Maestà. Per cui la volpe andava giustamente salvata...
  • Portate qui la volpe – ordinò il Re.
    La gabbia era spaziosa e tutta d'oro, le ciotole con abbondante cibo e l'acqua venivano sostituite ogni ora, affichè conservassero bontà e freschezza.. La volpe era nervosa, con scatti furiosi si lanciava contro le sbarre d'oro, poi vinta, rinunciava e si accucciava con la tristezza negli occhi..
  • Maestà, - disse un saggio con gli occhi neri e grandissimi – per quanto voi possiate provvedere ai suoi bisogni, è la libertà ciò di cui necessita quest'animale, deve calpestare la terra e l'erba che scricchiola, vivere degli odori del Bosco, i suoni della vita, insomma deve tornare libera.

Le paure del Re

* * *
  • E se poi, qualche cacciatore le spara -sbottò il Re -morirò anch'io ?
    Il saggio non parlò, e dopo un consulto, chiese al Re più tempo per pensare.
    Nella sala dei Saggi, dopo cinque giorni trascorsi inutilmente, fu il più giovane tra i saggi, a prendere la parola, questo giovane aveva un piccola barba e non era bianca ma tutta nera.
  • Non si può lasciare il re in quest'attesa, si arrabbierà – disse il giovane saggio – bisogna dirgli quello che pensiamo in maniera diretta, visto che non troviamo una forma più congeniale al suo umore. Gli diremo – “Maestà siamo convinti che la volpe vada lasciata libera e non crediamo all'incantesimo della strega”
favola pag.03

Così, chiamato il ciambellano e quindi messi al cospetto del Re, i saggi esposero la loro risoluzione.
  • Voi affermate – disse il re con voce altissima e solenne – che l'incantesimo non esiste, e sembrate anche sicuri di ciò che affermate, ma io non lo condivido, la vostra sicurezza nasce dal fatto che è in gioco la mia...vita e non la vostra. Ebbene vedremo.


La minaccia del Re


* * * *

Chiamò cento dei suoi arcieri, uno per ogni saggio, quindi fece riportare la gabbia con la volpe e disse :
  • Proviamo la vostra certezza.... cari miei Saggi.
    Quindi consegnò nelle mani del saggio, che aveva parlato per tutti, un arco ed una freccia.
  • Tirala alla volpe – disse il Re - uccidila, ma sappi che se io dovessi dar cenno di malore, le mie guardie hanno l'ordine di uccidere tutti Voi.
A quel punto, i saggi persero in compattezza, vennero fuori malumori e dubbi tra di loro, rimediando così una figuraccia, e supplicarono il re di concedere altro tempo per riflettere.
  • Vi sia concesso – così disse il Re – ma sappiate che se non trovate una soluzione in linea con la mia convinzione e “certezza” che la mia vita e quella della volpe sono tutt'uno, questo Regno e quelli vicini avranno ogni giorno un saggio in meno.
Un brivido di morte scosse i saggi, che si affrettarono a congedarsi, per poi riunirsi nuovamente nella sala riservata a loro, dove si alzò la voce del saggio più anziano :
  • mi dispiace, cari fratelli saggi, ma non potremo mai dare certezza alle nostre affermazioni. Il mistero è tale in quanto sfugge al “conosciuto”, ed è solo intuitivamente che noi escludiamo che la vita della bestia sia tutt'uno con quella del Re. Ma chi dice che questi, nello stato emotivo in cui si trova, vedendo uccidere la volpe, non sia preso da uno di quei mali improvvisi e fulminanti, che nulla hanno a vedere con un incantesimo, ma che comunque farebbe cessare le nostre vite? Il dubbio è dell'uomo, come l'emozione della paura, esso transita attraverso il cordone ombelicale assieme al nutrimento materno e non è un difetto, anzi permette la “riflessione”. Tuttavia se dovesse dominare, piuttosto che essere sentinella, se dovesse essere sottovalutato, invece che superato, se movesse angosce e pessimismo, allora sarebbe la fine per l'uomo in cui dimora.

Favola pag. 04

L'astuzia del giovane saggio

* * * * *

    Fu allora che il più giovane dei saggi intervenne, ed espose un idea per guadagnare tempo.
    Il giorno dopo il re attendeva, trepidante i saggi, tanto è vero che, quando questi giunsero nella grande sala, Lui era già lì e con un arciere pronto.
  • Ebbene – iniziò il saggio più giovane stringendo nella mano tre frecce - Maestà purtroppo non siamo riusciti a sciogliere i nostri dubbi.
  • Sia pronto l'arciere – gridò irato il Re.
  • Tuttavia, – riprese il giovane saggio – non comprendiamo come Vostra Maestà voglia privarsi dell'unica possibilità che ha per risolvere questo dilemma, sia pure con la giusta gradualità.
  • Risolvere ? -disse il Re – solo dubbi ! Ecco quello di cui siete capaci...
  • Maestà, - riprese con voce ferma il giovane saggio - in questo vi sbagliate e ve lo dimostreremo.
  • E sia – disse il re incuriosito.
    Il saggio più anziano allora fece un cenno, e dei servi portarono una nuova gabbia, anch'essa d'oro, e dentro c'erano tre volpi, una femmina e due cuccioli di cui uno anch'esso femmina.
  • Cosa significa tutto questo – disse il Re con gli occhi spalancati e rosso nel viso.
  • Sono volpi, - disse il giovane Saggio – e precisamente la famiglia di quella che voi, Maestà, catturaste nel Bosco del Teschio, e che la vostra volpe cercò di difendere dai cani bramosi di affondare i loro denti nelle loro carni. Maestà il nostro dubbio è se la strega si riferisse alla vostra Volpe oppure ad una di queste. Per cui prima di continuare nella nostra ricerca di una saggia risposta, abbiamo bisogno di un aiuto, e che solo Voi, Maestà, potete darci.
  • Chiedete...dunque - disse il re frastornato ma anche inorgoglito.
  • Oh Maestà, basterà un semplice atto, ecco quest'arco, disse il giovane saggiostrappandolo all'arciere del Re, - e queste tre frecce, le scagli alle nostre volpi, noi avremo la nostra risposta, osservandola in vita quando le volpi saranno già pronte per essere scuoiate.
I nuovi dubbi del Re

* * * * * *
    Il Re prese l'arco, e fece per puntare il cucciolo femmina, che lo fissò, profondamente, quindi cambiò, dapprima puntò il cucciolo maschio,  poi la volpe adulta, ma non scagliò
    alcuna freccia. Questa volta, fu il Re a sentire un brivido di morte passargli sulla schiena, un dubbio lacerante lo dominava, e se veramente... la sua vita fosse legata ad una di quelle volpi? 
    Il Re comprese che aveva bisogno dei saggi, graziò il primo e dopo aver preso in consegna le tre volpi concesse ai saggi ancora un giorno .

Il ritorno del principe kalim
* * * * * * *


Quella sera, il Re ebbe, finalmente, una buona notizia, il principe Kalim era tornato dal suo viaggio. Kalim seppe dai ministri di ciò che stava accadendo e si presentò al padre con l'intento di essergli di conforto. Quando il re vide il principe, il suo cuore si riempì di gioia. Kalim era l'unico suo figlio, visto che la sua prima figlia,  la bellissima principessa Cassandra, era sparita in quel maledetto Bosco del Teschio. Il Re, adesso, non era per nulla burbero e severo, anzi i suoi occhi tradivano non poco la commozione che egli provava per il suo figliolo. Ma come quando un cielo dapprima sereno, improvvisamente, addiviene nero di nubi pronte alla tempesta, così la gioia fu spazzata via da quel senso di disperazione per quel terribile anatema lanciato dalla strega. Come avrebbe fatto il giovanissimo Kalim a difendere sé stesso dai nemici, sempre pronti ad approfittare di qualche momento di debolezza, chi lo avrebbe consigliato nelle scelte della giusta sposa , e poi,  avrebbe visto il Re il viso dei suoi futuri nipotini? Oh, sì, il Re avrebbe dato non solo parte del suo Regno ma certamente anche la sua vita per Kalim, pur di vederlo felice e al sicuro. Kalim vide il padre così triste che volle raccontargli un fatto che gli era accaduto al suo ritorno nel Bosco del Teschio. Il Padre lasciò cadere la sua coppa di vino, appena sentì nominare quel luogo.



            foto di Isabella Eugenia Monti
- Giunto nel bosco - iniziò Kalim - sentii un gran bisogno di bere, e seguendo il rumore dell'antica fonte, mi affrettai a cercarla. Quando vi fui giunto, ero ormai in ginocchio per bere e una fanciulla priva di voce mi tirò fuori da quelle acque, proprio quando il mio corpo già “consumava” l'immagine di quell'acqua fresca e dissetante e quindi puoi immaginare, padre mio, il mio disappunto.


 Ma, vedi caro padre, la ragazza aveva un volto così dolce e preoccupato, che non potei fare a meno di prestarle attenzione. Aveva tante cose da dire, ma solo con gesti e senza parole, così compresi molto poco. Certo ero stato salvato da un incantesimo malvagio. Ma ciò che anche mi apparve strano è che prima che andassi via, la fanciulla strappò una striscia di stoffa dal suo vestito e me la legò al polso.
Il Re, che aveva ascoltato con molta attenzione, volle vedere il polso, ma non ne ricavò molto, pensò solo che aveva ancora un motivo in più per sentirsi disperato. Kalim, quella sera volle incontrare i saggi, sperando che ci fossero buone notizie, ma in realtà tutto era fermo. Come in una partita a scacchi, i saggi, studiavono mosse per andare avanti , ma quanto al dilemma del Re, quello era considerato quasi irrisolvibile. Kalim, allora lasciò i saggi e volle vedere le gabbie con le volpi e

favola pag. 06
quando le vide cosi inquiete e sofferenti, fece per avvicinarsi;  queste dapprima si lanciarono come inferocite verso il principe, ma poi fiutarono la striscia di stoffa al polso di Kalim e si placarono. Il principe era stupito, le volpi adesso mansuete leccavano la sua mano, e chiaramente chiedevano il suo aiuto. Kalim si assicurò che mangiassero e cercò in qualche modo di confortarle, con piccole carezze e tono di voce pacato.

L'alba del giorno in cui accadde ciò che doveva accadere

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Le prime luci dell'alba si alzarono sul regno del nostro Re, quando Kalim decise di essere presente all'incontro con i saggi . Non era stata una buona notte né per il Re e tantomeno per i saggi, che avevano intanto scelto il vecchio Sahir, come vittima predestinata, nel caso il Re la reclamasse.
I cento saggi, non erano per nulla uniti, anzi a dire il vero tutti erano contro il Re, tutti pensavano che aveva perso il senno, ma nessuno aveva il coraggio di dirglielo.
- Allora.Saggi, - disse il re - cosa avete deciso, qual è la vostra risposta?
- Maestà, - disse il giovane saggio - è possibile che tra novantanove giorni queste terre non avranno più saggi, ed allora nessuno fermerà più guerre o carestie, ed il sapere che viene dalla conoscenza, sarà sostituito dall'istinto di un solo uomo che deciderà a seconda del buono o cattivo che egli avrà, sarà vile o coraggioso, giusto o malvagio, colto o ignorante, semplicemente sarete voi stesso, mio Re, a distruggere il sapere che viene dalla storia, tutto quello che vi ha permesso di essere fino ad oggi il Re saggio e illuminato da tutti acclamato. Insomma, seppure voi sopravviverete a tutti noi, nulla sarà come prima, detto questo però occorre che voi comprendiate che a volte ci sono domande o meglio eventi piccoli o grandi che devono accadere, domande che non possono avere risposte da dare ma piuttosto da attendere da ciò che è giusto che accada. Queste risposte sono da scoprire...Maestà...da subire, perchè questo è il loro corso.
Il Re ascoltò con attenzione il giovane Saggio, forse perchè non aveva una lunga barba bianca ma appena un pizzetto nero, e forse perchè in qualche modo gli ricordava il principe Kalim.
I saggi non avevano soluzioni a quelle condizioni, la risposta doveva darsela da solo il Re, del resto un Re è pur sempre un Re, pensò tra sé il sovrano. Fu in quel momento che vide Kalim aprire le gabbie e liberare le Volpi, e non fece nulla per fermarlo, restò sorpreso per come le volpi giocavano con il principe, ed allora egli stesso si avvicinò e pensò a voce alta, “è vero devono essere libere, non possono restare in gabbia, anche se tutte dorate, pur sempre gabbie sono”.



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La principessa Cassandra

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In quell'istante il cucciolo di volpe gli s'infilò sotto il mantello e davanti a tutti si trasformò in una bellissima fanciulla, ed il mantello del Re le fece da veste regale. Il re la guardò e tenendosi la mano sul cuore disse:
  • Cassandra...

e si abbracciarono in lagrime, con il principe Kalim frastornato, ma anch'egli commosso. Ma allora era un incantesimo....si bisbigliavano i saggi, e qualcuno chiedeva, ma alla fine cosa abbiamo deciso? In verità solo il giovane saggio conosceva la verità, ed era che a volte le cose devono accadere....e accadono. Il Re, Cassandra e Kalim, con il giovane Saggio, si recarono alla fonte nel Bosco del Teschio e insieme a loro le Volpi. Lì trovarono la fanciulla senza voce, ma anche per lei qualcosa era cambiato. Adesso aveva la sua dolcissima voce, il suo nome era Destino, principessa e figlia di un Re molto amato in terre lontane, privata della voce da un incantesimo di una maga cattiva, che nulla però aveva potuto quando le cose che dovevano accadere erano accadute. Fu grande festa nel Regno del Re, padre di Kalim; Kalim sposò la principessa Destino e Il giovane saggio fu scelto dal Re, almeno cosi credette il Re, come giusto sposo della principessa Cassandra. Assieme regnarono ed ancora regnano felici e contenti nella terra dove pur con cento saggi non tutte le domande hanno una risposta.