giovedì 31 ottobre 2013

Se non la vita.











Quando il buio è nero
i lampioni delle strade
sono vecchi lumini
accesi lungo viali silenziosi
e privi di vita.

E' il tempo di nessuno
spesso sono sveglio e
mi rifugio nei ricordi
ma a volte è il buio
che mi prende
mi ritrovo coraggioso
a svelare antichi misteri.

La morte, puoi vederla
lei si sorprende
nessuno la riconosce prima
ella ha il suo libro
e non lo scrive 
solo lo legge
stanca poggia le mani sulle ginocchia
e compie il suo rito
senza più emozione 
perché il suo tempo
non è quello dei mortali.

Quando il buio è nero
io mi sento solo
e non ho paura
per essere più forte chiudo gli occhi
e sono gli altri sensi a guidarmi
ho così poco 
se non la vita.

mercoledì 30 ottobre 2013

La Favola - racconto per bambini 9/12 e...

    Il Re, le Volpi, i saggi e le Gabbie d'oro

         Photo di Isabella Eugenia Monti
                                      *
    C'era una volta un re molto, ma molto potente di un Regno bellissimo e ricchissimo. Questo Re, un giorno, riunì tutti i saggi dei cento Regni.. Certo, solo quelli più bravi, e quando questi giunsero, dopo averli fatti rifocillare, li chiamò tutti intorno al Grande Tavolo. I saggi erano tutti ben riconoscibili, avevano una lunga e candida barba, tranne uno, ed al dito medio della mano sinistra, uno splendido anello. Su quest'anello, non un brillante, nemmeno un diamante, ma qualcosa di più semplice ed allo stesso tempo più di valore, una goccia di acqua cristallina. Ebbene, per quanto i saggi agitassero le loro mani, la goccia non cadeva, e quasi magicamente brillava a tal punto, che la luce che vi si rifletteva segnava nell'aria strisce luminose, che incrociandosi con le altre dei vari anelli, davano vita ad una vera e propria battaglia. Poi, all'improvviso tutto si fermò, il Re finalmente era innanzi a loro. Mai era successa una cosa del genere, tanti saggi in un luogo solo, nemmeno quando la piccola principessa Cassandra, primogenita del nostro Re, era scomparsa nel Bosco del Teschio, e si disse fosse stata portata via dai lupi che d'inverno scendevano a valle. Il Re aveva un'espressione molto preoccupata, il suo sguardo era severissimo ed era chiaro che avrebbe posto un quesito molto difficile. Fu così che in un grande e solenne silenzio il Re si sedette, quindi portò le mani al capo, sollevò la corona e l'appoggiò sul lunghissimo tavolo di lucido marmo. Forse per il silenzio, forse per la paura, ma il rumore che provocò fece sembrare che non la corona, ma l'intero Regno fosse stato riposto sul quel tavolo.
Il re incontra i Saggi
* *

  • Saggi dei cento Regni - disse il Re – vi ho convocati tutti perché un grave dilemma ha tolto il sonno alle mie notti, tanto che per questo motivo la mia vita è in pericolo.
  • Siamo qui per esservi utili – esclamò uno dei saggi – grande sovrano non teneteci ancora in questa condizione di attesa, diteci ..dunque..
  • Ebbene – riprese il Re – la scorsa domenica mi sono recato come mi è solito fare, nel Bosco del Teschio, per una battuta di caccia. Ero al punto di strappare la volpe ai miei cani ringhianti, quando una vecchia, brutta come una strega, con voce da bambina ha sussurrato :
favola pag. 02

    “ volpe e Re, volpe e Re, nessuno dei due va per sé. Volpe e Re guai a te se non comprendi me....eh ehe eh eh ehheeeeeeeeee” , la sua risata , segno della sua stregoneria, ha fatto chinare tutte le cime degli alberi. Ancora i tronchi sono “tirati” a nord, terrorizzati, loro che non son fatti di carne e ossa. Spaventato, sì è vero, ero spaventato, e voi conoscete il mio valore di guerriero e sapete bene quanto sia difficile che questo avvenga; no.. non uccisi la volpe. Diedi ordine alle mie guardie di metterla in gabbia e di portarla nel giardino della Reggia, inoltre di darle cibi dalla mia tavola ed acqua di fonte sempre fresca. Eppure da quel giorno, sento di stare male, come se la morte mi prendesse un poco alla volta, giorno dopo giorno. Penso a mio figlio il principe Kalim che presto tornerà dal suo viaggio oltre i confini dei cento Regni, sarò ancora qui? SARO' ANCORA QUI ? - gridò più forte il Re – Ecco il motivo per cui vi ho chiamato, ho bisogno di sapere, e subito, il significato di quelle parole.
  • Comprendo Maestà, la vostra preoccupazione – così, il primo Saggio – il senso di quelle parole potrebbe essere proprio quello...la vita della volpe un' unica cosa con la vita di Sua Maestà. Per cui la volpe andava giustamente salvata...
  • Portate qui la volpe – ordinò il Re.
    La gabbia era spaziosa e tutta d'oro, le ciotole con abbondante cibo e l'acqua venivano sostituite ogni ora, affichè conservassero bontà e freschezza.. La volpe era nervosa, con scatti furiosi si lanciava contro le sbarre d'oro, poi vinta, rinunciava e si accucciava con la tristezza negli occhi..
  • Maestà, - disse un saggio con gli occhi neri e grandissimi – per quanto voi possiate provvedere ai suoi bisogni, è la libertà ciò di cui necessita quest'animale, deve calpestare la terra e l'erba che scricchiola, vivere degli odori del Bosco, i suoni della vita, insomma deve tornare libera.

Le paure del Re

* * *
  • E se poi, qualche cacciatore le spara -sbottò il Re -morirò anch'io ?
    Il saggio non parlò, e dopo un consulto, chiese al Re più tempo per pensare.
    Nella sala dei Saggi, dopo cinque giorni trascorsi inutilmente, fu il più giovane tra i saggi, a prendere la parola, questo giovane aveva un piccola barba e non era bianca ma tutta nera.
  • Non si può lasciare il re in quest'attesa, si arrabbierà – disse il giovane saggio – bisogna dirgli quello che pensiamo in maniera diretta, visto che non troviamo una forma più congeniale al suo umore. Gli diremo – “Maestà siamo convinti che la volpe vada lasciata libera e non crediamo all'incantesimo della strega”
favola pag.03

Così, chiamato il ciambellano e quindi messi al cospetto del Re, i saggi esposero la loro risoluzione.
  • Voi affermate – disse il re con voce altissima e solenne – che l'incantesimo non esiste, e sembrate anche sicuri di ciò che affermate, ma io non lo condivido, la vostra sicurezza nasce dal fatto che è in gioco la mia...vita e non la vostra. Ebbene vedremo.


La minaccia del Re


* * * *

Chiamò cento dei suoi arcieri, uno per ogni saggio, quindi fece riportare la gabbia con la volpe e disse :
  • Proviamo la vostra certezza.... cari miei Saggi.
    Quindi consegnò nelle mani del saggio, che aveva parlato per tutti, un arco ed una freccia.
  • Tirala alla volpe – disse il Re - uccidila, ma sappi che se io dovessi dar cenno di malore, le mie guardie hanno l'ordine di uccidere tutti Voi.
A quel punto, i saggi persero in compattezza, vennero fuori malumori e dubbi tra di loro, rimediando così una figuraccia, e supplicarono il re di concedere altro tempo per riflettere.
  • Vi sia concesso – così disse il Re – ma sappiate che se non trovate una soluzione in linea con la mia convinzione e “certezza” che la mia vita e quella della volpe sono tutt'uno, questo Regno e quelli vicini avranno ogni giorno un saggio in meno.
Un brivido di morte scosse i saggi, che si affrettarono a congedarsi, per poi riunirsi nuovamente nella sala riservata a loro, dove si alzò la voce del saggio più anziano :
  • mi dispiace, cari fratelli saggi, ma non potremo mai dare certezza alle nostre affermazioni. Il mistero è tale in quanto sfugge al “conosciuto”, ed è solo intuitivamente che noi escludiamo che la vita della bestia sia tutt'uno con quella del Re. Ma chi dice che questi, nello stato emotivo in cui si trova, vedendo uccidere la volpe, non sia preso da uno di quei mali improvvisi e fulminanti, che nulla hanno a vedere con un incantesimo, ma che comunque farebbe cessare le nostre vite? Il dubbio è dell'uomo, come l'emozione della paura, esso transita attraverso il cordone ombelicale assieme al nutrimento materno e non è un difetto, anzi permette la “riflessione”. Tuttavia se dovesse dominare, piuttosto che essere sentinella, se dovesse essere sottovalutato, invece che superato, se movesse angosce e pessimismo, allora sarebbe la fine per l'uomo in cui dimora.

Favola pag. 04

L'astuzia del giovane saggio

* * * * *

    Fu allora che il più giovane dei saggi intervenne, ed espose un idea per guadagnare tempo.
    Il giorno dopo il re attendeva, trepidante i saggi, tanto è vero che, quando questi giunsero nella grande sala, Lui era già lì e con un arciere pronto.
  • Ebbene – iniziò il saggio più giovane stringendo nella mano tre frecce - Maestà purtroppo non siamo riusciti a sciogliere i nostri dubbi.
  • Sia pronto l'arciere – gridò irato il Re.
  • Tuttavia, – riprese il giovane saggio – non comprendiamo come Vostra Maestà voglia privarsi dell'unica possibilità che ha per risolvere questo dilemma, sia pure con la giusta gradualità.
  • Risolvere ? -disse il Re – solo dubbi ! Ecco quello di cui siete capaci...
  • Maestà, - riprese con voce ferma il giovane saggio - in questo vi sbagliate e ve lo dimostreremo.
  • E sia – disse il re incuriosito.
    Il saggio più anziano allora fece un cenno, e dei servi portarono una nuova gabbia, anch'essa d'oro, e dentro c'erano tre volpi, una femmina e due cuccioli di cui uno anch'esso femmina.
  • Cosa significa tutto questo – disse il Re con gli occhi spalancati e rosso nel viso.
  • Sono volpi, - disse il giovane Saggio – e precisamente la famiglia di quella che voi, Maestà, catturaste nel Bosco del Teschio, e che la vostra volpe cercò di difendere dai cani bramosi di affondare i loro denti nelle loro carni. Maestà il nostro dubbio è se la strega si riferisse alla vostra Volpe oppure ad una di queste. Per cui prima di continuare nella nostra ricerca di una saggia risposta, abbiamo bisogno di un aiuto, e che solo Voi, Maestà, potete darci.
  • Chiedete...dunque - disse il re frastornato ma anche inorgoglito.
  • Oh Maestà, basterà un semplice atto, ecco quest'arco, disse il giovane saggiostrappandolo all'arciere del Re, - e queste tre frecce, le scagli alle nostre volpi, noi avremo la nostra risposta, osservandola in vita quando le volpi saranno già pronte per essere scuoiate.
I nuovi dubbi del Re

* * * * * *
    Il Re prese l'arco, e fece per puntare il cucciolo femmina, che lo fissò, profondamente, quindi cambiò, dapprima puntò il cucciolo maschio,  poi la volpe adulta, ma non scagliò
    alcuna freccia. Questa volta, fu il Re a sentire un brivido di morte passargli sulla schiena, un dubbio lacerante lo dominava, e se veramente... la sua vita fosse legata ad una di quelle volpi? 
    Il Re comprese che aveva bisogno dei saggi, graziò il primo e dopo aver preso in consegna le tre volpi concesse ai saggi ancora un giorno .

Il ritorno del principe kalim
* * * * * * *


Quella sera, il Re ebbe, finalmente, una buona notizia, il principe Kalim era tornato dal suo viaggio. Kalim seppe dai ministri di ciò che stava accadendo e si presentò al padre con l'intento di essergli di conforto. Quando il re vide il principe, il suo cuore si riempì di gioia. Kalim era l'unico suo figlio, visto che la sua prima figlia,  la bellissima principessa Cassandra, era sparita in quel maledetto Bosco del Teschio. Il Re, adesso, non era per nulla burbero e severo, anzi i suoi occhi tradivano non poco la commozione che egli provava per il suo figliolo. Ma come quando un cielo dapprima sereno, improvvisamente, addiviene nero di nubi pronte alla tempesta, così la gioia fu spazzata via da quel senso di disperazione per quel terribile anatema lanciato dalla strega. Come avrebbe fatto il giovanissimo Kalim a difendere sé stesso dai nemici, sempre pronti ad approfittare di qualche momento di debolezza, chi lo avrebbe consigliato nelle scelte della giusta sposa , e poi,  avrebbe visto il Re il viso dei suoi futuri nipotini? Oh, sì, il Re avrebbe dato non solo parte del suo Regno ma certamente anche la sua vita per Kalim, pur di vederlo felice e al sicuro. Kalim vide il padre così triste che volle raccontargli un fatto che gli era accaduto al suo ritorno nel Bosco del Teschio. Il Padre lasciò cadere la sua coppa di vino, appena sentì nominare quel luogo.



            foto di Isabella Eugenia Monti
- Giunto nel bosco - iniziò Kalim - sentii un gran bisogno di bere, e seguendo il rumore dell'antica fonte, mi affrettai a cercarla. Quando vi fui giunto, ero ormai in ginocchio per bere e una fanciulla priva di voce mi tirò fuori da quelle acque, proprio quando il mio corpo già “consumava” l'immagine di quell'acqua fresca e dissetante e quindi puoi immaginare, padre mio, il mio disappunto.


 Ma, vedi caro padre, la ragazza aveva un volto così dolce e preoccupato, che non potei fare a meno di prestarle attenzione. Aveva tante cose da dire, ma solo con gesti e senza parole, così compresi molto poco. Certo ero stato salvato da un incantesimo malvagio. Ma ciò che anche mi apparve strano è che prima che andassi via, la fanciulla strappò una striscia di stoffa dal suo vestito e me la legò al polso.
Il Re, che aveva ascoltato con molta attenzione, volle vedere il polso, ma non ne ricavò molto, pensò solo che aveva ancora un motivo in più per sentirsi disperato. Kalim, quella sera volle incontrare i saggi, sperando che ci fossero buone notizie, ma in realtà tutto era fermo. Come in una partita a scacchi, i saggi, studiavono mosse per andare avanti , ma quanto al dilemma del Re, quello era considerato quasi irrisolvibile. Kalim, allora lasciò i saggi e volle vedere le gabbie con le volpi e

favola pag. 06
quando le vide cosi inquiete e sofferenti, fece per avvicinarsi;  queste dapprima si lanciarono come inferocite verso il principe, ma poi fiutarono la striscia di stoffa al polso di Kalim e si placarono. Il principe era stupito, le volpi adesso mansuete leccavano la sua mano, e chiaramente chiedevano il suo aiuto. Kalim si assicurò che mangiassero e cercò in qualche modo di confortarle, con piccole carezze e tono di voce pacato.

L'alba del giorno in cui accadde ciò che doveva accadere

* * * * * * * *

Le prime luci dell'alba si alzarono sul regno del nostro Re, quando Kalim decise di essere presente all'incontro con i saggi . Non era stata una buona notte né per il Re e tantomeno per i saggi, che avevano intanto scelto il vecchio Sahir, come vittima predestinata, nel caso il Re la reclamasse.
I cento saggi, non erano per nulla uniti, anzi a dire il vero tutti erano contro il Re, tutti pensavano che aveva perso il senno, ma nessuno aveva il coraggio di dirglielo.
- Allora.Saggi, - disse il re - cosa avete deciso, qual è la vostra risposta?
- Maestà, - disse il giovane saggio - è possibile che tra novantanove giorni queste terre non avranno più saggi, ed allora nessuno fermerà più guerre o carestie, ed il sapere che viene dalla conoscenza, sarà sostituito dall'istinto di un solo uomo che deciderà a seconda del buono o cattivo che egli avrà, sarà vile o coraggioso, giusto o malvagio, colto o ignorante, semplicemente sarete voi stesso, mio Re, a distruggere il sapere che viene dalla storia, tutto quello che vi ha permesso di essere fino ad oggi il Re saggio e illuminato da tutti acclamato. Insomma, seppure voi sopravviverete a tutti noi, nulla sarà come prima, detto questo però occorre che voi comprendiate che a volte ci sono domande o meglio eventi piccoli o grandi che devono accadere, domande che non possono avere risposte da dare ma piuttosto da attendere da ciò che è giusto che accada. Queste risposte sono da scoprire...Maestà...da subire, perchè questo è il loro corso.
Il Re ascoltò con attenzione il giovane Saggio, forse perchè non aveva una lunga barba bianca ma appena un pizzetto nero, e forse perchè in qualche modo gli ricordava il principe Kalim.
I saggi non avevano soluzioni a quelle condizioni, la risposta doveva darsela da solo il Re, del resto un Re è pur sempre un Re, pensò tra sé il sovrano. Fu in quel momento che vide Kalim aprire le gabbie e liberare le Volpi, e non fece nulla per fermarlo, restò sorpreso per come le volpi giocavano con il principe, ed allora egli stesso si avvicinò e pensò a voce alta, “è vero devono essere libere, non possono restare in gabbia, anche se tutte dorate, pur sempre gabbie sono”.



Favola pag. 07

La principessa Cassandra

* * * * * * * * *

In quell'istante il cucciolo di volpe gli s'infilò sotto il mantello e davanti a tutti si trasformò in una bellissima fanciulla, ed il mantello del Re le fece da veste regale. Il re la guardò e tenendosi la mano sul cuore disse:
  • Cassandra...

e si abbracciarono in lagrime, con il principe Kalim frastornato, ma anch'egli commosso. Ma allora era un incantesimo....si bisbigliavano i saggi, e qualcuno chiedeva, ma alla fine cosa abbiamo deciso? In verità solo il giovane saggio conosceva la verità, ed era che a volte le cose devono accadere....e accadono. Il Re, Cassandra e Kalim, con il giovane Saggio, si recarono alla fonte nel Bosco del Teschio e insieme a loro le Volpi. Lì trovarono la fanciulla senza voce, ma anche per lei qualcosa era cambiato. Adesso aveva la sua dolcissima voce, il suo nome era Destino, principessa e figlia di un Re molto amato in terre lontane, privata della voce da un incantesimo di una maga cattiva, che nulla però aveva potuto quando le cose che dovevano accadere erano accadute. Fu grande festa nel Regno del Re, padre di Kalim; Kalim sposò la principessa Destino e Il giovane saggio fu scelto dal Re, almeno cosi credette il Re, come giusto sposo della principessa Cassandra. Assieme regnarono ed ancora regnano felici e contenti nella terra dove pur con cento saggi non tutte le domande hanno una risposta. 


martedì 29 ottobre 2013

Senza bagagli

    Photo privata Michele Fernandez not free use
Chiudo gli occhi e rivedo il tempo, 
poi li riapro, guardo dietro, e tutto fugge.
No, sappi che non mi dispiace. 
Ecco, adesso mi riesce di guardare avanti
e allora tutto mi viene incontro
e mi è amico il vento.
Quel che era alto diviene basso
ed il lungo non ha più l'inizio,
e dell'amor, quel che ho scritto,
 non mi mancherà
e nemmeno lo cercherò.
Quel che verrà, il nuovo, nascerà
e così sarò ancora vivo
e non un solo attimo della mia vita
io ripeterò.                    

Scrivere in certe notti.

 PHOTO privata Michele Fernandez not free use

Scrivere,
scrivo di nulla. 
Scrivo di ricordi, 
di amici che rincorrono il loro tempo, 
scrivo senza note.
Scrivo di un pugno nello stomaco,
Scrivo in una notte strana in cui
veramente sembra
che tutti stiano dormendo.
Scrivo trattenendo il respiro, 
così come spesso vivo. 
Scrivo senza raccontare nulla, tenendo tutto 
dentro di me.

Nel respiro dell'aria

 1929 Annuario PITTSBURG

Non scriverò 
amore mio
forse è vero
non scriverò di te
e tu non mi leggerai 
nemmeno mi accorgerò del vento
e della pioggia
ma non questa notte
e in nessun’altra notte
in cui ascolterò
la tua voce
nel respiro dell'aria.

sabato 26 ottobre 2013

Viverti è assai morire

Amore 
ti ho accolto
nel sangue
senza misura.

Amore innamorato
tu appartieni all'universo
e all'oltre che non muore.

sei la luce
e il buio stesso 
tu nasci
non hai argini
e non segui le correnti
non hai bisogno della pioggia
e nemmeno del vento
tu corri
io cammino

io dovevo 
solo raccontarti

viverti 
è assai … morire. 

Mi manchi


                 Photo privata Cristina Fernandez Copyright
Conosco
le parole 
che tu gridi 
con forza
dentro di me
e  riaprono una ferita
ancora viva.
Quale tormento
è quel cercare nei ricordi...
sì nei ricordi
perché ancora 
lì io la posseggo. 
In un tempo sospeso
che non è il passato.
Io la vivo
chiudendo gli occhi
e scongiurandoti
di non farmi male.
Ed eccole
le parole...
mi manchi...
sì...
mi manchi...
eccole le mie
accanto 
alle sue.

La notte su facebook

 Photo di Michele Fernandez . Copyright


Non tradirla,
ti prego non farlo.
La notte,
non è per tirar somme,
o per far bilanci.

La notte,
è per vivere
Il tempo del sonno.

Non portare
il giorno
nella notte, lei
non ti negherà
la gioia
e nemmeno il pianto
e potrai volare nei tuoi sogni,
vederli nascere,
crescere ... proteggerli,
potrai provarci.

E se tu portassi
la notte nel giorno,
vuol dire che sei viva.

E se tu restassi sola
e nessuno ti cercasse,
vuol dire che, sola, lo eri già.

Io resto, 
tra una pausa e l’altra,
chiunque tu sia, io resto.

Impossibile amore

Amarsi 
ecco quello che manca

A che serve
svegliarsi nella notte
vivere il giorno 
e costruire il domani
se è l’amarsi 
quello che manca.

Se io amassi 
da solo te 
se tu amassi
da sola me 
noi non ci ameremmo.

Non basta 
l’amore di uno solo 
non basta mai.


E se io ti mancassi 
e se tu mi mancassi
nemmeno quello sarebbe 
amarsi.

Quindi 
ti amerò solo io
come sempre 
e quando t’incontrerò 
nel tempo rubato
alle storie impossibili 
nemmeno te ne accorgerai.

Perché 
quello che nasce 
in un solo cuore
così muore 
in un solo cuore.

Innamorarsi ancora

La tenerezza 
del mio corpo
nella stanza dei ricordi
più segreta 
e chi mi ama
la conosce 
mi sorprende 
nel mistero dell'amore
senza esserci mai stata.

Sei bella notte.

Photo copyright di Cristina Fernandez


Sei bella notte
ti ho sentita arrivare
sei dentro
e intorno a me

mi lasci scegliere
tra la cima
che tocca Orione
e l'abisso in cui si smarrisce
l'anima.

Vorrei 
che tu restassi 
ti ho attesa 
come ogni sera.

Ti ho bramata
e non dormirò...
no non dormirò
voglio raccontarmi di te
e di me.

Non avrai freddo
ti riscalderò
e se avrai sete
ti appagherò
con lacrime d'amore.


Dimmi notte... 
ti sei mai innamorata? 
Io di te sì 
e da ragazzino.

L'ho scritto qui 
nel mio libro dei sogni...
l'ho scritto mille volte
è tuo...
se dovessero rubarti il cielo...
è tutto lì 
è il mio Universo.

lunedì 14 ottobre 2013

Sensi

      Foto M.Fernandez
Scivolare 
con la mano 
lungo il corpo,

con gli occhi chiusi 
e nel buio della notte

per sentire 
quanto della giovinezza 
ancora mi appartiene.

Anima che vai via


Ho ripercorso 
la nostra strada
la stessa panchina 
sapevo che non saresti venuta
ma ho cercato 
tra le linee incrociate
la tua energia
quel che era rimasto. 
Non mi guardavo intorno 
lasciavo
che quel poco … 
entrasse in me 
e quando è accaduto
è stato per un solo attimo
ma io ti ho rivissuta.
E del caffè non ho trovata traccia
solo una vecchia  cioccolata 
mal riuscita.

Quel tempo senza

  foto di M.Fernandez
E’ troppo presto stamattina
Il vento sposta gli alberi e
le stelle brillano di più.
Io già sveglio
e non devo andare.

Ancora troppo tempo per pensare,
i ragazzi per strada corrono
il loro tempo.
Il caffè riempie il palazzo.

Giovanna è sveglia,
come sempre dal tempo 
che morì.
Charlie, non mi aspetta e
non scodinzola più .

Tu dormi ed io
resto a letto a giocare con i 
tuoi capelli e a suggerire 
ai tuoi sogni le parole di una canzone.

Non è amore.


Tra alberi di ulivo 
e il cielo 
che mi cade addosso,
ti dico vai via.

Resta, io grido,
io grido resta, 
resta ancora un poco.

E le parole cambiano
così velocemente,
che il suono perde
il suo tempo.

Sì, amore mio
corri,
corri lontano,
che io possa toccarti 

Lascia a me il tuo respiro,
non voltarti,
nemmeno per un istante.

Lascia i miei occhi 
nei tuoi.

Non è amore,
non è amore,
non è amore, 
ti assicuro,
credimi, 
non è amore.

Per un mondo migliore

                  foto M.Fernandez
Guardo il tempo,
rivedo la mia vita 
e ancora costruisco casa.

Alberi, fontane, portoni,
finestre, suoni e silenzi
stelle e fanciulli
e l'amore.

Uniche storie
con note a margine
cancellate e riscritte.
Vestiti uguali
su vite diverse.

Occhi bramosi
di non perdere 
nulla, cuori dilatati
da emozioni cercate.

Pioggia raccolta
in piccole mani,
ginocchia bruciate da
tante cadute.

Corse, tante e senza fatica,
la gioia nel viso, le lacrime 
agli occhi, le membra
sparse
dal vento di morte.

Il senso del cosmo,
l’odore dell’Universo,
l’amore di donna,
il poco dell’uomo,
il tempo stesso.

Tutto ti offro
per un mondo
migliore.

sabato 12 ottobre 2013

Il vento

   foto google
Dapprima 
una leggera brezza
sguardo intorno 
ed un unico sorriso.
Poi lentamente 
dalle cime calano le note.
E' la sua voce 
ed è quasi umana.
Ora intimorisce 
ricorda all'uomo 
che non ha radici.
Così il vento 
in certe notti.
Lei lo guarda..
lo vede arrivare 
ma non lo teme,
lei lo conosce ...
lo attende. 
Lei è Dea.

Parole e Facebook









Parole...
le raccogli nel tempo
e così tante...
cominci ad averne cura...
a sentirle
ad amarle
a respirarne il suono
a toccarle con la fiamma
dell'anima
quelle più importanti...
le più semplici...
le più abusate...
sono fiori delicati
mai quelle che non nascono
in un cuore e non sanno vivere in un altro
non hai occhi per guardare
e del cuore non puoi sentirne il battito...se non
attraverso loro...
le parole si domano
come cavalli selvaggi
e ti raccontano tutto
fanno il freddo
sotto tre coperte
mentre il corpo suda
e soffre...
tu sei buia...
tu sei doppia...
e la testa mi fa male
poi lentamente
come un pittore 
stendo i miei colori 
scrivo le mie e 
tutto va via
e ogni nome 
ha la sua storia.

Bambini

               Foto Mimmo Cannarile

I bambini 
segnati dal divino
prepotenti
con la forza di chi nasce immortale
sfidano la vita
come la morte.
Sconfitte
entrambe trovano misura.
Si oppone il tempo
e la morte
indegna
rivolge lo sguardo
al Padre.
L'uomo
accarezza l'anima
e si lascia cullare
dalla vita che sorride
e corre incontro alla luce
nel tempo che si ripete.

Una carezza

      foto M.Fernandez
Tu 
che prendi la mia mano
la porti sul tuo viso
chiudi gli occhi
la spingi 
fino a sentirla
forte
poi li riapri 
cerchi l’amore
nei miei
una carezza 
solo una carezza
così ti porto via.

Perché ne ho bisogno

 Photo copyright di Isabella Eugenia Monti


La notte, la notte, 
quale il vero giorno 
se non la notte … 
quando le ginocchia 
quasi toccano il mento
e al sonno   
chiedo di non guardare …
Un sorriso 
che al cuore giunge 
e disarma
e gli occhi 
che raccontano 
di  pensieri nascosti …
Così nella notte 
mi giungono le tue parole … 
le parole mai dette …
dimmelo che mi vuoi bene 
dimmelo … 
fa' che io lo possa sentire
perché  ne ho bisogno. 

La notte buia

foto M.Fernandez - privata
Tu non guardarmi negli occhi
non ho cose da dire
non ho armonie da disegnare

Non sono le parole
a mancarmi
è il tutto
che non me lo permette.

Ho ferite
e le nascondo

cicatrici riaperte
equilibri sospesi
che crollano ai bordi

sono momenti
solo momenti

è il buio che non s’illumina
è la spalla già negata
è la testa che non trova pace
è il freddo nelle ossa
è lo stomaco
è l’ansia

e non riesco a dirtelo
potrei solo gridare

ma il silenzio 
è la voce
è scrivere
scrivere
scrivere


Non ho perso 
la ragione,
è che la follia
è l’unico rifugio
per una sola notte
è l’isola che non c’è.

Non ho cose da dire
non ho armonie 
da disegnare
È solo la mia notte
quella più nera…

Tu non guardarmi 
negli occhi,
aspetta domani
ti prego 
è solo la mia notte.

venerdì 11 ottobre 2013

Prepotente amore



    foto M.fernandez -Privata
Io so amare 
amore mio.
So amare le tue mani
con i tuoi trasparenti ruscelli di vita...
che scompaiono... nelle mie.
So amare 
i tuoi fragili polsi 
e le tue braccia
quasi nascoste
educate al corpo
e la sensualità del collo.
So amare la tua schiena 
la tua naturale eleganza
mentre mostri
sconvolgendo il tempo
l'adolescenza mai perduta.
So amare il tuo seno 
armonia nell'armonia
e le gambe e il ventre
e le linee e i solchi
dove i corpi si amano
e le mie labbra e i miei baci
e i tuoi s'incontrano.
So amare il tuo viso
io amo 
ancora io amo
stupido amore
prepotente amore.